Catalogna, la sfida dei leader: «Facciamo la Repubblica»
Domani votazioni decisive al Parlament di Barcellona. Il presidente catalano ha rinunciato all’invito al Senato spagnolo. Madrid: non vogliono il dialogo
Non c’è più dialogo tra Madrid e Barcellona e altri rinvii avrebbero del miracoloso. La deflagrazione di un conflitto mai visto nell’Europa democratica ha ormai una data e un’ora. È scritta su manifesti che vorrebbero passare alla storia: «Fem la Republica», facciamo la Repubblica, concentrazione indipendentista. Venerdì 27 ottobre, ore 12.
Il president catalano Carles Puigdemont ha rinunciato all’invito del Senato spagnolo di difendersi dalle accuse di sedizione e ribellione. «Non perderemo tempo con chi ha deciso di distruggere l’autonomia catalana. Andiamo avanti» ha scritto su Twitter. Da Madrid rispondono in pochi minuti. «È la riprova che non ha mai voluto dialogare. Per lui è indipendenza sì o sì».
I passi che ancora separano la Spagna dal caos istituzionale sono pochissimi. Oggi il Senato di Madrid dibatterà ancora sull’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione alle istituzione catalane che, in pratica, permette di esautorarle. Nel pomeriggio, quando il treno Ave avrà riportato i senatori catalani da Madrid a Barcellona, il Parlament regionale comincerà la sua riunione. È annunciata una sospensione per la notte e la delibera è in calendario dalle 12 di domani, in coincidenza con il voto di Madrid sul 155 e la manifestazione «Fem la Republica».
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